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Gli strumenti digitali come il BIM, la stampa 3D e la Realtà Virtuale sono destinati a cambiare l’edilizia già nei prossimi anni, facendola evolvere verso nuove forme e modalità mai viste. È questo il messaggio che gli 8 esperti internazionali hanno lanciato al convegno “Klimahouse 4.0: Digital Construction meets Sustainability” che si è svolto lo scorso 8 ottobre al MEC di Fiera Bolzano.
Perché evolvere
verso il digitale? Le buone ragioni sono tante:
In particolare Stefano Ruzzon, Architetto dello Studio One Works – con sede in Italia ma filiali in diversi paesi stranieri – ha portato l’esempio dell’ampliamento dell’Aeroporto Marco Polo di Venezia. Grazie all’impiego di una piattaforma BIM condivisa, è stato possibile per il gestore avere delle simulazioni predittive sofisticate sui flussi dei passeggeri.
Quanti ogni giorno avrebbero sostato o sarebbero transitati da quali passaggi, dove sarebbe stato più probabile che si formassero delle code o degli ingorghi, come i viaggiatori e il personale di servizio avrebbero smaltito i bagagli. In base a queste informazioni, è stato possibile apportare già in fase progettuale numerosi cambiamenti al progetto originale, arrivando poi alla fase realizzativa con le idee chiare e la certezza di non dover fare modifiche in cantiere, o ancora peggio a lavori ultimati.
L’edilizia
4.0 integra il background informativo fra committente, progettista, costruttore
e utilizzatore di un edificio: una grande squadra invece di tanti singoli
attori. Una squadra di cui faranno parte sempre di più le macchine, come
supporto fondamentale al lavoro umano.
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